All’incrocio fra Via della Croce e Via Bocca di Leone abitò il noto incisore Giovanni Volpato. Egli intuì subito il talento di Antonio Canova e lo ospitò presso la sua dimora.
In seguito nacque l’amore tra Antonio e la bella Domenica, figlia del suo protettore. Con grande gioia dell’incisore e con poco entusiasmo della giovane venne presto allestito il matrimonio.
Col passare del tempo e l’avvicinarsi alle nozze la ragazza appariva sempre più triste e l’artista fidanzato volle subito vederci chiaro.
Le voci giungevano all’orecchio del Canova ed erano tutte del tipo che la fanciulla, sul tardi, parlasse con un giovane che la raggiungeva sotto la sua finestra. Il Canova, volendo assolutamente andare fino in fondo, per uno scudo arruola un ragazzotto e si fa porre sul fondo di una cesta proprio sotto la finestra della fidanzata che, in effetti, viene sorpresa nell’atto di tradirlo con il giovane delle voci che era Raffaele Morghen, giovane incisore, alunno del Volpato. Il matrimonio fu mandato all’aria e Antonio giurò che non avrebbe mai preso moglie.
Rimase infatti celibe per tutta la vita, questa era l’unica condizione, a suo dire, per evitare dolore e corna.