La storia del Santo Bambino risale al XV secolo.
Un Frate francescano che risiedeva in Gerusalemme lo scolpì in un pezzo di legno di ulivo di 60 centimetri dell’orto del Getsemani.
Il Frate era preoccupato perché voleva che la colorazione fosse perfetta come la scultura e pregò perché venisse ispirato nella notte. Al mattino, quando si svegliò,  la statuetta era perfettamente dipinta ed iniziò il viaggio per portare la statuetta santa in Roma.
Capitò che la nave su cui viaggiava il francescano naufragasse presso Livorno e che la statuetta andò persa. Fu lo stesso frate a ritrovarla  e a portarla poi finalmente a Roma dove viene conservata nel convento dell’Aracoeli.

Il sosia del Santo Bambino

I romani hanno sempre venerato con grande adorazione il Santo Bambino e la sua storia tanto che era usanza portarlo nelle case degli infermi e farlo sostare alcuni giorni perché portasse giovamento e guarigione.
In una particolare circostanza questo fu rubato da una nobildonna romana che ne ordinò una copia che poi portarla all’Aracoeli ma nella stessa notte il frate portinaio udì bussare alla porta e quando aprì trovò la statua del Santo Bambino fuori dall’uscio.
Al di là della leggenda la storia vede comunque realmente la presenza di una copia identica del Santo Bambino, questa copia viene conservata nella Chiesa di San Giovanni in Giulianello presso Cori. A Cori sostengono che sia la loro la statua originale ed ovviamente quella dell’Aracoeli la copia. Chi ha ragione?

Il Santo Bambino viene utilizzato nel Presepe dell’Aracoeli nel periodo natalizio.

Via del Paradiso, via del cielo

E’ un fatto reale e concreto che migliaia di lettere giungono ogni anno al Santo bambino con richieste di grazia. La particolarità è che in molte lettere provenienti da tutto il mondo, l’indirizzo sulla busta recita “Via del Paradiso” oppure “Via del Cielo” e tutte le lettere giungono puntualmente al Santo Bambino.