Si dice che se si dovesse raccogliere tutte le rappresentazioni artistiche dell’Anfiteatro Flavio nell’Anfiteatro Flavio stesso, questo non sarebbe sufficiente allo scopo. Oltre mille anni di rappresentazioni che hanno contraddistinto ogni epoca per ogni differente rappresentazione.
In ogni distinta epoca il Colosseo ha suscitato nel suo pubblico non solo sensazioni diverse ma anche significati diversi, a volte molto diversi tra loro.
Questa, come altre opere disseminate lungo il corso della storia di questa umanità, creano soggezione e sgomento tanto da intimare a non avvicinarsi ad esse. Ma cosa saremmo se non vincessimo questa resistenza naturale e non ci nutrissimo di ciò che ad un piano della percezione più vicina al metafisico che del mondo fisico.
In effetti non è solo un parlare. Quando ci si avvicina alle mura della cerchia esterna si ha la sensazione di avvicinarsi ad un confine, forte e verticale, imponente e silenzioso, altero. Si ha la sensazione, infine, perfino che non sia di questo mondo.
(G.P. Panini, Galleria di vedute di Roma antica, 1756 – 1757. Olio su tela, Parigi, Museo del Louvre)